La villa è posta sul crinale della scogliera di Punta Ala in una straordinaria posizione cospicua, sia nel suo porsi verso l'interno, lasciandosi intravedere come terminale visivo sulla cima delle alture uscendo dalla zona abitata, sia verso il mare con un panorama aperto su tutta la costa meridionale del promontorio. L'opera si adagia naturalmente alla conformazione orografica del terreno scosceso, cercando di attuare una propria mimesi con la natura circostante, ottenuta anche tramite l'utilizzo della pietra locale che forma la struttura tramite robuste murature a scarpa che ripropongono il modello del fortilizio molto diffuso sulla costa tirrenica. Ad un livello più basso tramite una scalinata che porta direttamente al mare, si incastra invece nella roccia una geometrica piscina dalla forma ovale. L'impianto compositivo muove programmaticamente dalla ricerca degli spazi di vita e di dimensione umana come unico criterio interpretativo che si declinano in architettura attraverso il libero snodarsi a spirale dei muri, i quali danno forma agli spazi e ai percorsi interni ed esterni, insieme su più livelli, offrendo un raffinatissimo esempio del razionalismo umanistico di marca toscana, espressione delle sperimentazioni del periodo. |
Marini G.L. (a cura di), Catalogo Bolaffi dell'architettura italiana 1963-1966, Torino, Bolaffi, 1966. / Macci L., Casa a Punta Ala, in "L'Architettura cronache e storia", n.146, 1967, pp. 506-511. / Koenig G.K, L'architettura in Toscana 1931-1968, Torino, Eri, 1968. / Rossi Prodi F., Carattere dell'architettura toscana, Roma, Officina, 2003. / Insabato E., Ghelli C. (a cura di), Guida agli archivi di architetti e ingegneri del Novecento in Toscana, Firenze, Edifir, 2007, pp. 351-355. / "Architetture città e territorio", n. 2 Architettura contemporanea nel paesaggio toscano, Firenze, Edifir, 2008 |
