Negli spazi espositivi della sede dell’Ordine e Fondazione Architetti Firenze, al primo piano della Palazzina Reale, è stata inaugurata il 25 ottobre 2019, alle ore 13.30 la mostra FFDA2019 - Nuove visioni Urbane, sugli esiti del workshop a cura di Fondazione Studio Marangoni, che ha visto impegnati tredici fotografi provenienti da tutta Italia selezionati attraverso un’open call lanciata a giugno 2019.

I 13 fotografi coinvolti sono Fabrizio Bruno, Nicola Di Giorgio, Gian Luca Eulisse, Edoardo Fanteria, Mauro Fontana, Giorgio Magini, Michela Ronco, Federica Russo, Elisabetta Pallini, Donato Sambuco, Cristina Toni, Margherita Villani e Silvia Vespasiani.

I fotografi grazie al workshop hanno avuto la possibilità di accedere alle più importanti collezioni fotografiche di architettura ospitate negli archivi storici fiorentini. Successivamente si sono misurati con la città, raccontandone la ricchezza delle sue articolazioni con progetti originali presentati al pubblico in occasione dell’appuntamento di chiusura di Firenze Fotografia d’Architettura 2019 presso l’auditorium della Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut.


FFdA2019 - Nuove visioni urbane

Mostra a cura di Fondazione Studio Marangoni

Dove: Fondazione Architetti Firenze, Palazzina Reale - Piazza della stazione, 50 – Firenze

Orario: 25 ottobre – 20 dicembre 2019
lunedì, giovedì e venerdì: dalle 10.30 alle 13.00; mercoledì dalle 15.30 alle 18:00


 

Cadenza

organizzazione della durata delle note, delle pause e degli accenti

Spesso ho cercato Firenze da sola, ogni volta, per quanto cerchi di evitarlo, mi appare davanti una strada affollata di turisti che si apre in una piazza o svela il dettaglio di una facciata, pietre e marmi che danzano con un loro ritmo. Ogni volta la serenità mi invade, i suoni cessano e dimentico.

Cadenza è un progetto che tratta la percezione della città. Quanto l'ambiente costruito condiziona le nostre sensazioni, i nostri pensieri, le nostre azioni, i nostri tempi.

Adesso siete predisposti ad essere travolti dalla silenzio?

Cristina Toni - Affascinata dall’immagine, dalla luce, dai pieni e dai vuoti, sceglie di esprimersi attraverso la fotografia e l’architettura, cercando di rivelare le atmosfere e i sentimenti dello spazio reale e immaginato. La sua ricerca la porta, come architetto, all’interno del progetto LDA.iMda architetti associati. Parallelamente si dedica al progetto Medulla studio, con cui fotografa architettura e arte e con cui è nata la serie di commistioni con le opere dell’artista Mercurio-s17s71.

Instagram @cristinatni


 

La solitudine delle piante
negli ingressi condominiali

Uniche forme di vita stabile in questi luoghi di passaggio, sentinelle di limbi urbani a metà strada tra casa e fuori casa. Solo all'apparenza semplici complementi d'arredo, si trovano loro malgrado, inermi testimoni di rispettosi quanto disinteressati "buongiorno" tra condòmini, delle frettolose consegne di postini sovraccarichi di corrispondenza, osservano silenziose dai loro habitat (tutti uguali e tutti diversi) il transito quotidiano di passanti troppo persi negli affanni della vita quotidiana per accorgersi di loro.

E loro stanno lì, in perpetua attesa di qualcuno che le annaffi, a donare un tocco di verde in questi spazi vuoti, a dare un'utilità alla luce che penetra dalle vetrate degli atri dei palazzi dei quartieri periferici.

Mosso da queste inquiete riflessioni ho deciso di dedicare un po' del mio tempo a cercarle nel loro ambiente naturale ed a catturarne per alcuni istanti la luce riflessa all scopo documentare la loro presenza. Affinché il mondo si accorga della loro esistenza.

Donato Sambuco - Nato nel 1982, laureato in Cinema, Musica e Teatro presso l’università di Pisa, nel 2008 mi trasferisco a Firenze dove conseguo un diploma professionale di Tecnico Audio-Video presso la SNCI - Scuola Nazionale di Cinema Indipendente. Nel 2010 mi avvicino alla fotografia che diventa la mia vera passione, nel 2016 decido di farne il mio lavoro. Attualmente lavoro presso Fondazione Studio Marangoni come addetto alla logistica e collaboro, come assistente ai corsi, con l’Associazione Culturale Deaphoto. A livello artistico ho partecipato a varie mostre personali e collettive, tra cui l’edizione 2018 della Biennale dei Giovani Fotografi a Bibbiena, evento di rilevanza nazionale, organizzato da FIAF - Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.

Instagram @donatosambucoph


 

Attese

Misteriosi oggetti urbani si affacciano sulle strade mentre le percorriamo con i nostri passi. La città contemporanea spesso comunica con altri linguaggi, indecifrabili e misteriosi, ma portatori di qualche significato simbolico che a stento riusciamo a comprendere. Così i ponteggi sui monumenti, sugli edifici, talvolta minacciosi e come forze senza volto, talvolta più silenziosi e sottili, nascondono qualcosa che prima c’era naturalmente e ora diviene invisibile, diventando segni di un processo critico che mette in discussione la realtà esistente.

Edoardo Fanteria - Classe ’94. Architetto. Utilizza la fotografia come strumento di indagine del reale, cercando nelle immagini del contemporaneo frammenti o possibili tracce di architetture future. E’ stato collaboratore alla didattica nella Scuola di Architettura di Firenze.

Instagram @edoardo.fanteria


 

Residui

Tutto inizia dal finestrino di un treno, dove lo scorrere rapido del paesaggio restituisce come in uno schermo il movimento coerente di pezzi di territorio. L’uscita dalla città, in particolare, dove il treno si lascia alle spalle la nostra visione assuefatta dello spazio urbano con le sue forme, spinge gli occhi verso quella porzione di territorio che non è più città e non ancora campagna.

Tra un canneto e una gora, un vigneto e un capannone ai bordi di un centro abitato, mi ritrovo davanti una porzione di territorio “indeciso” a cui cerco di dare forma.

Il mutamento delle regole urbanistiche ha portato le città occidentali ad ampliarsi sempre di più in direzioni che un tempo erano destinate ad altre funzioni (aree produttive, aree rurali). Tale trasformazione ha creato una forte tensione tra “vuoto” e “pieno” urbano, contribuendo a dislocare nello spazio dei veri e propri residui di territorio: aree marginali, a prima vista senza nessuna apparente funzione.

La piana tra Firenze e Prato è costellata di questi spazi informali, liberi da incombenze progettuali, la cui presenza è fondamentale per lo sviluppo di un’area metropolitana condivisa tra i due comuni.

La selezione d’immagini qui presentata è parte di un più ampio progetto di documentazione, il cui intento è di far emergere a protagonisti di una narrazione questi “resti” di territorio dislocati lungo la Piana: quali storie e quali funzioni si celano al loro interno? In quale modo il territorio muta in seguito agli interventi informali attuati in questi spazi?

Fabrizio Bruno - (Nuoro, 1981), lavora come Fotografo e ricercatore sociale.

Ha conseguito la Laurea Magistrale in Sociologia e Ricerca Sociale presso l'Università Cesare Alfieri di Firenze con una tesi in etnografia visuale e una specializzazione in Sviluppo Locale e Partecipazione presso l'Università IUAV di Venezia. È co-fondatore del laboratorio di sociologia urbana Progetto LuVi – Luoghi Visivi e Ricerca Sociale in collaborazione col Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (DSPS) dell'Università di Firenze e la Cooperativa Sociolab – Partecipazione e Ricerca Sociale. La sua attività d’indagine fotografica si concentra principalmente su problematiche urbane: dalla questione abitativa, passando per la fruizione dello spazio pubblico,  tenta di narrare le  trasformazioni in atto nel territorio dal punto di vista di chi lo abita. Attualmente sta lavorando ad un progetto di documentazione sugli elementi del Terzo Paesaggio nel territorio della piana  tra Firenze e Prato.

Instagram: @fabrizio_bruno_vs


 

Un bacio da Firenze

Nel 1865 Firenze divenne Capitale d’Italia, a seguito di questo avvenimento la città subì profonde
trasformazioni urbanistiche ed edilizie. Nel 1938, in occasione della visita di Hitler in Italia, fu compito di Firenze rappresentare la supremazia culturale italiana. Si progettarono e si realizzarono, per questo, una serie di interventi di abbellimento tesi a migliorarne l’immagine. Da questi cenni storici si nota la volontà di trasformare l’identità di Firenze per soddisfare un’idea e un immaginario estraneo, quello di chi, arrivando in città, desidera ritrovarvi l’idea che porta con sé. Il turista meno accorto, ancora oggi, è interessato all’aspetto più stereotipato e prevedibile: si visita una città attraverso il monumento, i luoghi significativi con i quali essa è identificata e riconosciuta nel mondo. Si è più interessati dunque alla rappresentazione del reale che al reale stesso, quasi la città fosse un parco tematico e non un luogo vivo che muta nel tempo. Ma cosa rimane, quindi, di Firenze oggi? “Un Bacio Da Firenze” guarda alla città attraverso il filtro dell’immaginazione, rielaborando creativamente il materiale storico degli archivi visitati. Da foto di architettura e dettagli fortemente identitari della città stessa, mescolando reale e fittizio, nasce una Firenze fantastica che l’osservatore può confrontare con la Firenze reale.

Elisabetta Pallini - Fotografa freelance nata nel 1991 a Fiesole (FI) .
Ha studiato fotografia alla Fondazione Studio Marangoni di Firenze dal 2012 al 2015.
La sua ricerca personale è concentrata sull’esplorazione del confine evanescente tra la realtà e la sua rappresentazione. Recentemente si è focalizzata maggiormente sull’esplorazione di una realtà interiore e personale: analizzando legami, sentimenti e volgendo lo sguardo verso il passato e il ricordo con le loro suggestioni. E’ inoltre interessata all’utilizzo di Smartphone, Photoshop e altri media sia come semplice strumento di ricerca che come mezzi per esprimere il suo linguaggio personale.

Instagram @elisabettapallini


 

Q2_Q5

Q2_Q5 è un lavoro sui quartieri periferici di Firenze che corrispondono, dal punto di vista amministrativo, ai numeri dal 2 al 5.

Non si tratta di una mappatura a tappeto bensì di estrapolare alcuni elementi “comuni” dei diversi quartieri.

Il lavoro sul campo è stato preceduto da una serie di sopralluoghi per annotare le situazioni più coinvolgenti. La ripresa è poi avvenuta con un apparecchio fotografico folding con formato del negativo 10x12 cm.

Gian Luca Eulisse - Nato a Venezia nel 1966, vive e lavora a Treviso. Attualmente è il responsabile del Foto Archivio Storico Trevigiano della Provincia di Treviso. Le sue fotografie sono state esposte a Forlì-Musei S. Domenico, Possagno-Museo Canova, Venezia-Fondazione Bevilacqua La Masa. Pubblicazioni: XIX° Fotoforum Internazionale Alpe Adria; Lo specchio fedele. Storia della fotografia a Treviso 1839-2009; Antonio Canova-L'arte violata nella Grande Guerra; I fotografi veneti del Novecento. 

OVERTOURISM: 72H IN FLORENCE

Firenze è una delle città italiane maggiormente colpite dall’overtourism, ovvero “il fenomeno secondo cui una destinazione popolare o una particolare vista viene invasa dai turisti in modo insostenibile» (Greg Dickinson).

Le foto raffigurano i feticci destinati ad alimentare il turista di massa e sono state realizzate con l’iPhone in quanto strumento contemporaneo per eccellenza che ha incentivato il consumismo delle immagini. Le merci feticcio si inglobano alle architetture storiche della città dando vita a un nuovo paesaggio colorato e paradossale in cui merci e architetture assumono, agli occhi del turista di massa, lo stesso valore.

Federica Russo - Classe 1987. Durante i primi anni di architettura scopre la fotografia come mezzo espressivo privilegiato. Sperimenta, partecipa a corsi e workshop. Si trasferisce a Londra per un tirocinio presso lo studio della fotografa d’architettura Hélène Binet. Dopo l’abilitazione sente la necessità di trovare un punto d’incontro tra la fotografia, l’immagine contemporanea e gli studi di architettura. Lo scorso novembre inizia un master interdisciplinare allo IUAV di Venezia in Interactive Media for Interior Design.

Instagram @3_far


 

Se potessi smontare e rimontare Firenze, come ricostruiresti la tua città ideale?

Firenze non è solo Rinascimento, il valore di una città si vede dalla sua evoluzione. Il mio è un messaggio costruttivo rivolto al futuro, per non avere più paura di intervenire con coscienza in città.
Ho fotografato e riunito in un'unica rappresentazione grafica gli stili architettonici che si sono succeduti nei secoli, i simboli della città, tolti dal loro contesto e messi insieme sul modello del dipinto della Città Ideale.
Un tributo alla mia Firenze, nata attorno all'Arno e cresciuta nelle piazze.

Giorgio Magini - Nato a Firenze nel 1984, sono fotografo professionista dal 2011. Mi occupo di fotografia di stock dal 2008: collaboro con Stocksy United, Westend 61, Offset, Adobe Stock ed altre agenzie. Il mio lavoro quotidiano è la fotografia commerciale. Alcuni dei miei clienti sono Hyundai, Pal Zileri, Corneliani, Officine Panerai, Fabi Shoes, Aboca, Surface Magazine, San Felice Acqua di Toscana, Il Panino Tondo ed altre attività locali.

Instagram giorgio.magini


 

Percorsi rinascimentali
e Michelucciani

Le città nascono dalla dialettica del movimento umano e si costruiscono sulla base dei percorsi e dei flussi che vi transitano attraverso.

Il Rinascimento interviene sulla città con architetture che riescono a organizzare il tessuto urbano con il loro essere percorsi e corridoi urbani. Nelle architetture di Giovanni Michelucci lo spazio non si articola per funzioni, ma per lo svolgimento di un percorso. Architetture involucro di un flusso, veri e propri passaggi urbani dove pubblico e privato non sono separati, ma si intersecano per costruire il senso della vita comune e per dare la possibilità al cittadino di impossessarsi degli spazi.

Mauro Fontana - Nato in Sicilia nel 1993, si trasferisce a Torino nel 2012, dove studia al Politecnico di Torino ottenendo la laurea magistrale in Architettura. Durante gli anni di studi universitari si avvicina alla fotografia di architettura e paesaggio. Suoi scatti e progetti sono stati esposti in alcune mostre collettive presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino, il Museo Stadio di Domiziano a Roma e la Galleria d’Arte Moderna di Catania. Ha inoltre pubblicato su riviste come Esempi di Architettura, UrbanisticaTre, Il Gattopardo.

Instagram _maurofontana


 

Alle porte coi sassi

Il Centro Storico di Firenze è stato iscritto nella Lista UNESCO del Patrimonio Mondiale nel 1982. L’area che lo definisce oggi vive grossi problemi legati al turismo di massa e questo progetto tratta quelli che sono i suoi confini cioè l’ultima cinta detta di Arnolfo risalente al XIV secolo.

Le fotografie storiche raccontano quelle parti che oggi risultano demolite (Piano Poggi, 1865) o che hanno subito modifiche massicce tentando di colmare il passaggio del tempo e restituendo così nella sua completezza il racconto dell’ultima cerchia di mura della città di Firenze.

Michela Ronco - (1989) Si laurea in Architettura al Politecnico di Torino con una tesi di ricerca sul paesaggio della costa ionica della Calabria, successivamente frequenta il master di alta formazione alla Fondazione Fotografia di Modena. La sua ricerca si concentra sul territorio utilizzando la fotografia urbana per discutere temi come le migrazioni, l'abitabilità degli spazi o la rigidità della progettazione. Si rapporta al paesaggio cercandone una visione personale integrando la ricerca personale alla ricerca scientifica. Si occupa professionalmente di fotografia d’architettura e interni.

Instagram mkmuu


 

Com’era e dov’era

Il concetto di restauro dall’Ottocento ad oggi ha più volte cambiato connotazione.
Com’era e dov’era esamina le stratificazioni urbane dovute ad esso o al riadattamento strutturale contemporaneo, avendo come mappa ideale il libro “Mornings in Florence” del rinomato critico inglese John Ruskin. Le manipolazioni delle immagini d’archivio aggiungono un ulteriore strato mnemonico pronto a disorientare e mettere in discussione l’autenticità di ciò che si osserva.

Margherita Villani - (1993 - Roma) Diplomata nel 2015 in Fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni (FI). Appassionata di tematiche sociali le affrontata concettualmente. Dal 2016 inserisce la fotografia d’architettura nel suo linguaggio fotografico, un punto di vista oggettivo e didascalico ai suoi lavori. Nel 2017 finalista per Slideluck PO II. Nel 2018 presenta in anteprima il suo Dummy “Uroboro” durante il Photolux 2018 (LU). Tra le collaborazioni: Patrizia Pepe, Manifattura Tabacchi, Luisa Via Roma.

Instagram margherita_villani


 

Indefinito Spazio.
Il diverso presente

Il progetto Indefinito Spazio. Il diverso presente è una ricerca fotografica sui tessuti abitativi dell’edilizia popolare di Firenze, la cui costruzione si colloca in tutto l’arco del Novecento, dagli anni Venti agli Ottanta, al fine di poter comprendere l’espansione popolare di Firenze durante il secolo scorso.

Dopo una prima fase di ricerca della documentazione all’interno degli archivi storici della città, l’attenzione è stata volta alle opere progettate, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, dall'architetto Carlo Burci e a un manufatto realizzato dallo stesso architetto, oggi custodito all’interno dell’Archivio dell'Università di Architettura di Firenze: si tratta di un album fotografico che racconta, attraverso un vero e proprio reportage dello studio fiorentino Barsotti, la storia del lavoro di Burci quale progettista dei quartieri fiorentini di edilizia popolare. L'album contiene una prefazione dell'architetto, è suddiviso in sezioni che corrispondono alle zone di Firenze, i gruppi abitativi sono identificati dall’odonomastica, a seguire sono delle fotografie aeree e le immagini degli esterni degli edifici, talvolta, anche delle corti interne. In alcuni casi sono state scattate fotografie anche ai palazzi adibiti a ricovero provvisorio per le famiglie in attesa dell’assegnazione di una delle abitazioni popolari. Lo studio fotografico Barsotti, però, non si è limitato a mostrare l'esterno di tali strutture temporanee, ma ha lasciato anche la testimonianza di frammenti della vita reale vissuta all’interno, sia fra gli ambienti destinati all’uso comune - come le cucine e le sale da pranzo – sia fra gli ambienti privati e il gabinetto di assistenza sanitaria. A seguito della ricerca e della documentazione all’interno dell’Archivio dell’Università di Architettura di Firenze, per il progetto Indefinito Spazio. Il diverso presente sono state realizzate delle fotografie che presentano lo stato di fatto attuale di quegli edifici, queste immagini contemporanee sono affiancate da una riproduzione degli scatti dello studio Barsotti.
Accanto a quelle immagini, sono le fotografie delle unità abitative popolari costruite in Firenze dagli anni Sessanta agli Ottanta del secolo scorso.

Nicola di Giorgio - Nasce a Palermo nel 1994. Si diploma nel 2017 in Fotografia presso lo IED di Milano, proseguendo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo dove si diploma nel 2019 in Design Grafico. Attualmente frequenta il corso di specializzazione in fotografia presso l‘ISIA di Urbino. Il suo interesse per la fotografia viene influenzato dalla passione per la musica e il teatro, inizia fotografando concerti di musica leggera nella sua regione; dopo qualche anno intraprende collaborazioni con differenti agenzie di spettacolo e cronaca tra cui LaPresse di Milano. I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste di settore, giornali di cronaca e di spettacolo italiani ed esteri. Dal 2015 si concentra sulla ricerca del termine paesaggio, nelle sue sfaccettate applicazione e i discordanti modi di rappresentarlo. Con il progetto “Indefinito Spazio” nel 2019 è stato selezionato per esporre al Ragusa Foto Festival, all’interno della mostra collettiva Lessico Famiglia a cura di Steve Bisson (Urbanautica Institute). Dal 2019 collabora con Église.

Instagram ndgfotografia


 

Dalla scuola si usciva
correndo per raggiungere
la piazza grande... 

Il rinnovamento della scuola italiana del Secondo Dopoguerra (L. 1865 / 1962, D.M. 18-12-1975) avviene in concomitanza con l’inurbamento indotto dal boom economico e con la costruzione delle periferie che, dagli anni cinquanta in poi, sostanziano e danno forma allo sviluppo urbano di molte città (Roma, Bologna, Milano). Anche a Firenze, a partire dagli anni Sessanta, l’incremento quantitativo di scuole pubbliche si intreccia con le vicende legate alla costruzione dei nuovi quartieri. “Dalla scuola si usciva correndo per raggiungere la piazza grande ..." è una frase scritta da Giovanni Michelucci che ben esprime quel rapporto di necessità tra scuola e città, tra architettura e spazio urbano. Il progetto assume come punto di partenza dell’osservazione fotografica questo “movimento” e traccia un itinerario visivo degli spazi urbani partendo dagli ingressi delle scuole di quartiere. Le fotografie mostrano gli edifici scolastici e gli spazi intorno, la forma e l’architettura di porzioni molto limitate di città, cioè di “fatti urbani” quotidiani che si generano all’interno delle strutture spaziali delle periferie urbane.

Silvia Vespasiani - Architetto (lode 1993 UNIFI) e Dottore di Ricerca, nel 1996 vince la Borsa di Perfezionamento a Barcellona per il Master ETSAB-CCCB con I. Sola Morales “La cultura de la Metropolis”, lavora con E. Miralles e B. Galì, entra in contatto con artisti e fotografi come A. Jaar, J. Fontcuberta. In Italia segue corsi brevi di fotografia con F. Jodice, V. Castella, S. Roberts, M. Zanta, S. Ragucci, e di Alta Formazione MAXXI “Città Come Cultura” e “Narrare per Immagini”. Nei suoi lavori fotografici di lungo periodo, affianca alla dimensione progettuale e organizzativa una componente più teorica e conoscitiva che l’ha portata a sperimentare la fotografia come strumento di ricerca. Ha esposto in mostre collettive e personali (Museo della Bonifica Taglio di Po, Fotografia Europea OFF, Galleria Spazio Lavì Sarnano, Linea di Confine Rubiera. Pubblicazioni recenti: Vistamare, Ed. Quinlan, 2018 (libro fotografico con testo di Roberta Valtorta); Città Stagionali, Ed. FrancoAngeli, 2014.

Instagram silviavespasiani